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Ed ecco la mia seconda proposta per il food contest “Un mare di Marche”!
Che la cucina unisca i popoli, è un fatto notorio. Ma che ci senta uniti ad una popolazione attraverso la cucina, è un’altra cosa.
Mi riferisco in particolare alle Marche, alla zona colpita dal sisma del 2016; ebbene parlare di sisma ad una friulana è come riaprire una ferita mai rimarginata. Se e però, attraverso una ricetta riuscirò a dare un concreto aiuto alle industrie agroalimentari colpite dal terremoto, allora il mio spirito friulano saprà trasformare una vecchia ferita in una fonte di gioia.
Il doveroso preambolo mi serve per spiegare cosa succede e perché ho realizzato questa ricetta dal lunghissimo titolo, degno di un film della Wertmuller!
L’occasione per realizzare un piatto dove profumi e sapori così diversi e particolari si uniscono tra loro, mi viene fornita da “Un mare di Marche”, evento mediatico organizzato dal Centro di Educazione Ambientale CEA “Ambiente Marche”, Regione Marche, dall’Associazione Accademia della Cultura e del Turismo Sostenibile e dall’Istituto d’Istruzione Superiore “Celso Ulpiani” di Ascoli Piceno, che ha selezionato questo blog (siamo 28, me compresa, in tutta Italia) in collaborazione con l’Associazione Italiana Food Blogger.
Ebbene, come nella migliore delle storie, mi è stato recapitato a casa un pacco “regalo” contenente una selezione di prodotti del territorio: della Regione Marche e delle aree “cratere del sisma 2016”, elaborati in collaborazione con Slow Food Piceno.
Cosa c’era nel pacco?!? Dei prodotti eccellenti: le Patasibilla, patate a pasta gialla dei Monti Sibilllini, le cipolle piatte rosse di Pedaso della Microfattoria rASOterra, un vasetto con preziosi pistilli di zafferano Piceno ed un altro con un delizioso patè di olive verdi ascolane dell’Oleificio Silvestri Rosina. Ed ancora un pacco di farina semintegrale di grano tenero “Gentil Rosso” macinato a pietra dell’Antico Molino Santa Chiara ed un pacco con delle stringhette di pasta artigianale “La regina dei Sibillini”. Ma non è finita, c’erano anche le mele rosa dei Sibillini ed un piccolo e prezioso tartufo nero invernale di Angelozzi Tartuficoltura e dell’associazione tartufai dei Monti della Laga. Infine l’olio extra vergine d’oliva Cartofaro, le lenticchie dei Sibillini dell’Azienda Agricola Lorenzo ed il mio amato anice verde di Castignano.
Una goduria vero?! Prodotti talmente prelibati che utilizzarli per preparare una ricetta, è puro divertimento!
La sfida prevede di utilizzare per ogni ricetta (ne sono richieste almeno due) 4 prodotti del pacco ricevuto, abbinati ad un pesce “povero e massivo” del Mar Adriatico, in modo tale che sia il pesce il protagonista del piatto.
E poi?! Poi ciascuna ricetta dovrà attingere alla tradizione regionale della blogger, quindi se nella prima ricetta del contest ho attinto alla tradizione più pura con le “crocchette di sarde in un altro saòr” (qui c’è il link), per questa ricetta ho pensato a dei prodotti tradizionali.
Pertanto ho utilizzato del formaggio Montasio Dop, tipico delle montagne friulane, e come pesce ho usato un cefalo che di certo non è propriamente tipico dei mari friulani, ma nei mari di casa mia se ne trovano davvero tanti!
La ricetta prevede tre fasi: la base, la pasta ed il croccante!
La base è una crema al Montasio, insaporita con dell’ottimo tartufo nero dei Monti della Laga.
La pasta, cioè le Stringhette (pasta artigianale di montagna), viene cotta in acqua aromatizzata allo zafferano Piceno e poi mantecata in un ragout di cefalo, arricchito con il patè di olive verdi ascolane.
Ed infine il croccante, cioè le lenticchie dei Sibillini che, dopo essere messe a bagno, vengono cotte al forno in modo da diventare dei croccanti… coriandoli, che impreziosiscono il piatto!
Che ve ne pare?! Seguite qui sotto tutti i passaggi!