Il food contest della Grappa del Trentino

Foto 28-06-19, 21 36 16 Io con la grappa non ho mai cucinato. Friulana puro sangue, la grappa l’ho solo utilizzata per “bagnare” la gubana o come resentin dopo il caffè!

C’è però da dire che mi piace molto: adoro il suo profumo che ti stuzzica le narici, mi piace l’intensità del sapore ed il retrogusto che ti lascia dopo averla bevuta, anzi sorseggiata.
Quindi, essere selezionata dall’Istituto Tutela Grappa del Trentino per un food contest dal titolo “La Grappa del Trentino nel piatto”… beh è stata davvero una bella sfida.

Ma procediamo con ordine: a giugno vengo selezionata, unitamente ad altri 4 foodblogger dell’Aifb, per partecipare a questa gara ai fornelli.
Le regole sono semplici (apparentemente!): ci sarà una Mistery Box con alcuni ingredienti, tra i quali la grappa, da utilizzare per realizzare una ricetta. Nulla di più è dato di sapere!

In viaggio verso Trento: l’Istituto di Tutela Grappa del Trentino.
Arrivo a Trento il 28 giugno, in piena canicola estiva. Eh già, a dispetto delle credenze, ci sono ben 38° ed il caldo si fa sentire. L’accoglienza è splendida: l’Istituto Tutela Grappa del Trentino ci ospita in un albergo bello e confortevole a ridosso della zona pedonale.
Piccolo meeting: conosco le mie compagne di avventura e conosco il dott. Mirco Scarabello che dell’Istituto Tutela è il presidente e che ci introduce a questa realtà bella ed unica nel suo genere. Ebbene su 28 produttori trentini di grappa, ben 25 fanno parte dell’Istituto Tutela che venne creato per volontà di cinque soci fondatori negli anni ’60.

Lo scopo dell’Istituto Tutela è proprio quello di valorizzare la produzione locale (ottenuta solo da vinacce trentine), apponendo il marchio con il tridente e la scritta “Trentino Grappa” su ogni singola bottiglia.
Questo marchio garantisce la qualità del prodotto, ottenuta mediante controlli di laboratorio  ed esami organolettici.
Eppure la storia della grappa in trentino ha origini assai antiche, essendo la sua produzione tramandata di generazione in generazione da almeno due secoli (i distillati trentini erano già presenti alla corte asburgica).

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Nel cuore della grappa: visita alla distilleria Pisoni
Attraverso un incantato paesaggio trentino fatto di boschi e laghi, arriviamo a Pergolese (circa 20′ da Trento) sede della rinomata distilleria Pisoni, ed entriamo nell’intricato mondo degli alambicchi!
E’ Giuliano Pisoni che ci conduce nella distilleria, dove le vinacce trentine arrivano e dove, tra caldaie ed alambicchi, vengono trasformate nel prezioso distillato. Al momento la produzione è ferma, bisognerà aspettare la stagione delle vendemmie perché le caldaie inizino a sbuffare.

Foto 28-06-19, 15 25 29 Le vinacce, rigorosamente fresche, verranno riscaldate assieme all’acqua ed il vapore che si formerà, poi ritrasformato in condensa, ci darà una prima distillazione: la “flemma”. La flemma verrà quindi riscaldata nuovamente a bagnomaria e, attraverso una nuova distillazione e la maestrìa del distillatore (che saprà ricavare solo il cuore, eliminando testa e coda -vapori meno buoni-) avremmo la grappa grezza. La grappa grezza, dagli 80° verrà portata con l’aggiunta di acqua ad un grado alcolico intorno ai 40°, perfetta per essere degustata.
La famiglia Pisoni non produce solo grappe, ma anche ottimi vini che si fregiano del marchio Trentodoc, come il Rosè Brut metodo classico che viene stappato solo per noi.

 

Palazzo Roccabruna di Trento: inizia il contest
Rientriamo a Trento ed ormai il conto alla rovescia per l’inizio del contest è imminente.
Prima però veniamo introdotte alle bellezze del Palazzo Roccabruna, che è la sede del contest, ma che è anche un palazzo di notevole pregio artistico ed architettonico.

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Finché: indossati i nostri grembiuli, siamo pronte a scoprire le regole del gioco!
Il dott. Scarabello, che sarà anche il presidente della giuria, ci spiega che dovremmo preparare tre porzioni di una ricetta (tante quanti sono i membri della giuria). Nella ricetta obbligatoriamente dovranno esserci tutti gli ingredienti contenuti nella mistery box, ci sarà inoltre una “dispensa” a disposizione di tutte (uova, burro, farina, erbe aromatiche…). Tempo di preparazione: poco più di un’ora.
Un punteggio aggiuntivo sarà dato alla blogger che, mentre cucina, terrà aggiornati i social!

Tre… due… uno: si apre la mistery box!
Ebbene: oltre alla grappa, ci sono un filetto di cervo, un pezzo di formaggio Fontal, un pacchetto di farina di grano saraceno e due pere.

GrappaTrentinoFoto4 La prima tentazione è di fare un panino col formaggio, accompagnandolo ad un bicchiere di grappa! Scherzi a parte, mi ero immaginata tutt’altri ingredienti e, sopratutto, non ho mai cucinato il filetto di cervo!
Ma non mi perdo d’animo ed inizio a preparare qualcosa, poi le idee si schiariranno man mano.
Parto da una fonduta perché immagino di poterci fare varie cose, dal nappare una pasta ad utilizzarla come accompagnamento per la carne. Decido di aggiungere un cucchiaio di grappa, che a parer mio sgrassa il sapore del Fontal.

Quindi mi dedico alle pere. Da brava friulana penso di metterle sotto grappa tagliandole però a fettine. Avendo a disposizione due tipologie di grappa (una bianca ed una invecchiata), le utilizzo entrambe.

E la farina di grano saraceno?! Mumble… mumble… perché non farci una polenta?! Eh sì una polenta taragna, che poi ridurrò in chips e farò cuocere al forno in modo che diventino croccanti!

Foto 28-06-19, 19 27 15 A questo punto capisco come sarà il piatto che andrò a realizzare: una base di fonduta aromatizzata alla grappa, un tournedos di filetto di cervo (è il modo che preferisco per cuocere il filetto) con chips di polenta taragna e delle pere caramellate aromatizzate alle due grappe. Dei petali di fiordaliso a chiudere!
Che ve ne pare?! Ebbene la giuria, composta oltre che dal dott. Scarabello, anche dallo Chef Sebastian Sartorelli (che ci ha dato assistenza durante il contest) e dalla enogastronoma Maria Grazia Brugnara, ha decretato il mio piatto il migliore in quanto era quello che meglio abbinava gli ingredienti alla grappa, anche in degustazione.
Ho ricevuto anche il punteggio “social”, perchè nei tempi morti aggiornavo le IGStories!

Un applauso anche ad Orsola Ciriello del blog OCKStyle, a Paola Bellora del blog Profumo di vaniglia e ad Ilaria Bertinelli del blog Uno Chef per Gaia, perché sono state ottime compagne di gara.

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Ah… al piatto bisognava dare un nome, l’ho chiamato: il cervo allegro incontra la pera spiritosa!

Questo articolo lo trovate anche sul sito Aifb.

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