I Cantucci in alcuni ricettari sono chiamati i Biscotti di Prato, sebbene i puristi ritengano che tra i due ci sia una bella differenza.
Io che purista non sono, ho preparato dei biscotti che ho chiamato Cantucci ma che in realtà sarebbero a tutti gli effetti dei Biscotti di Prato.
La loro preparazione è davvero molto semplice e richiede pochi -ma buoni- ingredienti. Unica accortezza: tagliare i cantucci solo quando si saranno raffreddati, altrimenti si sbricioleranno.
I Cantucci sono perfetti da preparare sotto le feste per dei regali gourmet, magari accompagnati dal loro partner per eccellenza: una bottiglia di Vinsanto ma anche un ottimo Ramandolo nostrano.
A metà del 1800, nell’allora Granducato di Toscana il pasticcere Antonio Mattei aprì un biscottificio ed iniziò a produrre dei biscotti alle mandorle che chiamò “Biscotti tradizionali di Prato”.
Questi biscotti divennero famosissimi e nel 1867 ottennero una menzione speciale all’Esposizione Universale di Parigi. Tutt’oggi i Biscotti di Prato vengono prodotti dal biscottificio Mattei e sono riconoscibili dalla confezione blu, omaggio di allora ai colori di Casa Savoia.Ma, l’Accademia della Crusca già nel 1600 definisce Cantuccio “il biscotto a fette, di fior di farina, con zucchero e chiara d’uovo”.
Facendo un passo ancora più indietro nel tempo, il termine Cantuccio sembrerebbe derivare dal latino cantellus cioè il pezzo o fetta di pane che i soldati consumavano durante le campagne militari.Sia come sia, dal 2016 i cantucci toscani hanno ottenuto il riconoscimento IGP e vengono esportati in tutto il mondo.