Si scrive burger buns ma si legge panino per hamburger!
Capita che, in una domenica di lockdown, mi venga voglia di mangiare un hamburger comme il faut; la carne giusta c’è, il ceddar anche… manca però il pane. Eh sì un hamburger che si rispetti deve avere il suo burger buns! Quindi non mi è rimasto altro che provare a farli in casa e quello che vedi nelle foto è il risultato.
Procediamo con ordine: perché l’hamburger viene servito in questi panini rotondi e soffici?!
La ricerca del perché mi conduce dritta dritta a Tulsa in Oklahoma, nel cuore degli Stati Uniti quello delle distese di grano e dei nativi americani, quello del baseball e dei tornado.
Ebbene sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che alla fine del 1800 un certo sig. Oscar Weber Bilby abbia avuto un’idea geniale.
Il sig. Bilby aveva un ristorante che gestiva con la moglie e vendeva i suoi prelibati hamburger in uno delle più trafficate strade di Tulsa. Gli affari andavano bene e, all’epoca, l’hamburger veniva servito in due fette di pane di segale abbrustolito, il patty melt.
Il sig. Bilby però aveva capito che un panino dalla forma più ergonomica, avrebbe facilitato sia l’assemblaggio del panino che mangiarlo. Idea: un panino rotondo, rotondo come l’hamburger che doveva contenere. Soffice in modo da addentarlo bene, dolce per contrastare la sapidità della carne grigliata.
Ma, come accade di solito… cherchez la femme! La sig.ra Bilby infatti, preparava dei deliziosi panini al latte rotondi. Ed ecco la soluzione: l’hamburger nel panino rotondo.
Quel 4 luglio del 1891 nel locale dei Birby si festeggiò il giorno dell’Indipendenza servendo hamburger su soffice pane rotondo.
La ricetta che propongo è molto semplice ed il risultato è sicuro (non farti spaventare dai passaggi). Rispetto allo standard, che prevede l’utilizzo di farina Manitoba, ho usato della farina 0 biologica e della farina “Deliziosa” del Molino Moras. Quest’ultima è una miscela di farine e semi, con alto indice di forza.
Come per tutti i lievitati vanno rispettati i tempi di lievitazione, cioè: munirsi di pazienza ed avere del tempo a disposizione.
Ho utilizzato il kefir al posto del latte; il kefir è una bevanda ricca di fermenti lattici che deriva dalla fermentazione del latte. Può essere usato anche dagli intolleranti.
E poi ho usato il metodo milk roux per fare il preimpasto. Il metodo milk roux (cugino del water roux) è una tecnica di lievitazione che deriva dalla combinazione di latte -in questo caso- e farina. E’ un sistema che consente di ridurre l’utilizzo dei grassi e conferisce sofficità e morbidezza all’impasto.
Per la farcitura non dico nulla, perchè l’hamburger è bello se è personalizzato. Se però di fa piacere, qui c’è un elenco dei migliori locali di New York dove servono hamburger, perché con la fantasia si può continuare a viaggiare.