Trieste mia…

Ci sono città e città. In alcune, arrivi e riparti senza provare alcuna emozione o stupore per le cose che vedi. Altre invece ti entrano dentro (qualcuno canterebbe “under my skin”!) e quando ci arrivi… arrivi a casa! Ecco, io quando sono a Trieste, arrivo a casa. Quella casa dove ho trascorso la mia infanzia, e tanti anni e tante emozioni e tanti ricordi della mia vita.

Calma: non racconterò un “libro Cuore” della mia città dell’anima, ma parlerò di alcuni posti carini da vedere, un po’ fuori dai soliti percorsi turistici e chiaramente legati tra di loro da un sottile fil rouge… alimentare!

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Foto 12-01-15 14 00 15Dopo aver parcheggiato “sulle rive”, si risale il Canale del Ponte Rosso, fino ad arrivare davanti alla chiesa di Sant’Antonio Nuovo. Lì a sinistra c’è una via che si chiama Via XXX Ottobre, e in quella via c’è un piccolissima pasticceria che si chiama La Bomboniera. Questa bottega, se ne sta lì dalla fine dell’800 e gli arredi sono più o meno quelli dell’epoca! Anche il modo di preparare i dolci è quello della fin du siécle… non sono i dolci ai quali siamo ormai abituati, ma sono dolci che hanno tutti una loro storia e che sanno di storia.
Dietro la vetrinetta ci sono le paste: la Dobos, la Rigò Jancsi, la Linzer, la Sacher… confezionate ad una ad una con la carta “oleata” e ciascuna con un sapore d’altri tempi. Volendo ci si può sedere ad un microtavolino (l’unico) dotato di micropanchetta e farsi preparare un tè. Confesso che ci si aspetta possa entrare da un momento all’altro Italo Svevo oppure Umberto Saba!

Poi, si risale verso Piazza San Giovanni, dove si trova la Drogheria Toso; anche questa bottega se ne sta lì dall’inizio del secolo scorso! Ed anche in questo caso, gli interni hanno superato inalterati le due guerre e l’avvento del nuovo millennio.

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Foto 12-01-15 14 01 30Entrando si viene accolti da una zaffata di odori: curry misto a sapone di Marsiglia, profumi d’altri tempi! Gli scaffali color beige, che arrivano fino al soffitto, hanno in bella mostra vasi di vetro pieni di caramelle (ve le ricordate le “gocce pino“?!), oppure di spezie (e qui davvero ci sono tutte le spezie che ci può immaginare!). Collane di spugne marine penzolano dal soffitto. Qui si trova davvero di tutto, dallo zenzero candito al lucido per le scarpe. Oltre a comprare vari tipi di pepe e un po’ di curcuma o di cannella, un altro acquisto d’antan che va fatto è il piumino per la polvere fatto con le piume di struzzo! Chiccheria unica!

A questo punto, si ridiscende verso il mare, attraversando il Corso Italia e la bellissima Piazza dell’Unità d’Italia, e si arriva in Cavana, la città vecchia. Ormai di vecchio è rimasto ben poco, posto che negli ultimi anni è stata per buona parte riqualificata; come recita una vecchia canzone popolare: “in ‘sti tempi de progresso, zità vecja ritorna a fiorir…”! Ma…vogliamo fare un “rebechin” (aka spuntino)?! Se la risposta è si, e l’ora è quella dell’aperitivo, ci si deve assolutamente fermare al “Salumare“, la salumeria del mare! Una sorta di osteria/pescheria dove bere un ottimo bicchiere di vino, accompagnato da una tartina…al sapore di mare! La particolarità infatti è proprio questa: tutto a base di pesce!

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Per finire bene il tour, e considerato che l’aperitivo ha giusto giusto aperto lo stomaco, ci si potrebbe fermare a mangiare qualcosa in uno dei tanti “buffet” triestini. Il “buffet” è un’istituzione a Trieste, si tratta di un locale dove ad ogni ora del giorno è possibile mangiare qualcosa. Attenzione però: nulla di triste ed anonimo come un toast o un’insalatona! Qui, la tartina più “basica” è quella col prosciutto cotto tagliato al coltello, il kren (rafano) e una bella melanzana impanata messa sopra! Acquolina a 1.000!!!!
La fanno da padroni i sapori mitteleuropei, in particolare i bolliti (ottima la “porzina“, cioè coppa di maiale bollita), il goulasch, i crauti (“capuzi garbi“), il tutto servito con abbondante e cremosa senape e bagnato da una buona birra.
Foto 12-01-15 14 03 48Di buffet ce ne sono tanti, dal celebre “Pepi” dietro Piazza della Borsa, a “Siora Rosa” in Cavana; il mio preferito in assoluto è il “Buffet Rudy” in Via Valdirivo. Insuperabili i suoi gnocchi di pane col goulasch, un piatto che è semplice poesia. Per stomaci forti, prima del goulasch è consigliata una tartina col Liptauer, un formaggio cremoso, ricoperto di paprika, saporitissimo e che si mangia solo a Trieste!!

L’Italia ga pan bianco, la Francia ga bon vin
Trieste ga putele tute piene de morbin
Carbon ga l’Inghiltera, la Russia ga cavial,
e l’Austria ga capuzi che no se pol magnar…
E come la bora che vien e che va
i disi ch’el mondo se ga ribaltà…”

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